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Tassazione Criptovalute 2025-2026: aliquota al 33% e nuove regole fiscali

  • 17 dic 2024
  • Tempo di lettura: 3 min
criptovalute e grafici

Il regime fiscale delle criptovalute in ItaliaĀ ĆØ destinato a subire importanti modifiche a partire dal 2025. L’eliminazione della soglia di esenzioneĀ di 2.000 euro e l’aumento dell’aliquota al 33%Ā nel 2026 rappresentano una rivoluzione fiscale per investitori e operatori del settore. Ecco una guida dettagliata per affrontare questi cambiamenti.


Cosa cambia dal 2025: rimozione della no-tax area

Dal 1° gennaio 2025, la soglia di esenzione di 2.000 euroĀ per le plusvalenze crypto sarĆ  eliminata. Questo significa che ogni guadagnoĀ sarĆ  soggetto a tassazione, indipendentemente dall’importo.


Implicazioni principali della rimozione della soglia

  • Anche piccole plusvalenze, ad esempio 400 euro, saranno soggette all’imposta sostitutiva del 26%.

  • Gli investitori dovranno monitorare con attenzione ogni operazione, per evitare sorprese in fase di dichiarazione fiscale.


Strategie pratiche per affrontare il cambiamento

  1. Monitoraggio delle operazioni: Usa strumenti digitali per tenere traccia di ogni transazione crypto.

  2. Pianificazione fiscale: Riduci l’impatto fiscale pianificando con cura vendite e scambi.

  3. Rendicontazione accurata: Documenta dettagliatamente ogni guadagno o perdita.

  4. Diversificazione degli investimenti: Valuta soluzioni alternative per ottimizzare la fiscalitĆ .


Aliquota fiscale al 33% nel 2026: cosa sapere

L’aumento dell’aliquota dal 26% al 33%, previsto per l’anno di imposta 2026, rappresenta una delle misure più controverse. Questa modifica interesserĆ  tutte le plusvalenze realizzate nel 2026.


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Esempio pratico

Con una plusvalenza di 1.500 euro:

  • Regime 2024-2025 (aliquota 26%): imposta di 390 euro.

  • Regime 2026 (aliquota 33%): imposta di 495 euro.

Un aumento che penalizza soprattutto i piccoli investitori.


PerchĆ© l’aumento al 33% fa discutere?

L’incremento dell’aliquota al 33%Ā solleva diverse criticitĆ :

  1. DisparitĆ  di trattamento: strumenti finanziari come ETFĀ e futures cryptoĀ continueranno ad essere tassati al 26%, penalizzando i detentori di crypto in custodia privata.

  2. Perdita di competitivitĆ : l’Italia rischia di perdere investitori a favore di mercati esteri con regimi fiscali più favorevoli.

  3. Rischio per l’ecosistema: un carico fiscale elevato potrebbe rallentare lo sviluppo e l’innovazioneĀ nel settore crypto italiano.


Come prepararsi ai cambiamenti fiscali e alla tassazione criptovalute 2025-2026

Con l’aumento della tassazione delle criptovalute e la fine della no-tax area, la pianificazione ĆØ fondamentale per affrontare questa transizione:


4 azioni fondamentali per ottimizzare la gestione fiscale

  1. Analisi delle operazioni: valuta in anticipo ogni vendita o scambio per minimizzare l’impatto fiscale.

  2. Strumenti di monitoraggio: utilizza software dedicati per tracciareĀ le transazioni e automatizzare la dichiarazione fiscale.

  3. Consulenza professionale: affidati a un consulente fiscale specializzato in crypto-asset.


Come affrontare con consapevolezza le novitĆ  fiscali crypto

Le modifiche fiscali previste per il 2025-2026Ā rappresentano una svolta significativa per gli investitori crypto in Italia. La rimozione della no-tax areaĀ e l’aumento dell’aliquota al 33%Ā richiedono una pianificazione fiscale accurataĀ e strumenti affidabili per monitorare le operazioni.

Prepararsi in anticipo permetterĆ  di mitigare l’impatto di queste misure e continuare a operare con consapevolezza nel mercato delle criptovalute.


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FAQ - Domande frequenti

1. Quando entreranno in vigore le nuove norme sulla tassazione crypto?

La rimozione della no-tax area partirĆ  dal 1° gennaio 2025, mentre l’aliquota del 33%Ā si applicherĆ  dal 2026.

2. Esistono ancora esenzioni per i piccoli investitori?

No, dal 2025Ā ogni plusvalenza sarĆ  soggetta a tassazione senza alcuna soglia di esenzione.

3. Qual ĆØ l’aliquota fiscale per le crypto nel 2024?

Nel 2024Ā rimane in vigore l’aliquota del 26%Ā con esenzione per guadagni inferiori a 2.000 euro.

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