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Criptovalute e Dichiarazione dei Redditi: come funziona?

Possiedi delle criptovalute? Ecco tutto quello che devi sapere per fare correttamente il tuo 730

Bitcoin e criptovalute

Creati nel 2009 da un inventore anonimo, conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, i bitcoin sono criptovalute utilizzate per effettuare pagamenti attraverso specifiche piattaforme (come eToro, Binance, Coinbase…), garantendo anonimato e sicurezza. I bitcoin, però, non sono le uniche criptovalute, ne esistono oltre 17.500, ma sicuramente sono tra le più famose insieme a Ethereum.

In generale, le criptovalute non hanno natura fisica ma digitale, dal momento che esse vengono create, memorizzate e utilizzate solamente su supporti elettronici (come computer o smartphone), in cui vengono conservate in “portafogli elettronici” (cd. digital wallet).

Pagamenti con chiave pubblica e privata

I pagamenti in criptovalute si possono effettuare, come già accennato, tramite piattaforme specifiche ma anche tramite scansione di codici QR, oltre che Internet, verso chiunque disponga di un digital wallet.

Per effettuare le transizioni e trasferire le proprie criptovalute si deve disporre di un indirizzo (come un conto). Tale indirizzo ha una cosiddetta chiave pubblica che il proprietario detiene, insieme a quella privata, affinché le transizioni vengano effettuate solamente dall’effettivo titolare. Dalla chiave pubblica è impossibile risalire a quella privata, che permette al legittimo proprietario di disporre delle proprie criptovalute. Pertanto, la chiave privata deve essere conservata con estrema attenzione: una volta persa non sarà più recuperabile, di conseguenza tutte le criptomonete detenute verranno perse irreversibilmente. Per salvare questi dati si può ricorrere a un semplice backup su computer, smartphone, hard disk e/o dispositivi digitali appositi. In alternativa, si può ricorrere a enti terzi che, come una banca, mantengono tutti i dati al sicuro.

Il consiglio, però, è quello di non fidarsi mai al 100% di terze parti e/o dei software, è sempre preferibile scrivere la propria chiave su uno o più pezzi di carta (magari plastificandoli, per proteggerli da fattori esterni come l’umidità ed evitare così che sbiadisca la scritta) o incidendo su metallo e conservarli poi in un luogo sicuro.


Criptovalute nella Dichiarazione dei Redditi

L’Agenzia delle Entrate assimila ai fini fiscali le valute virtuali alle valute estere, per cui vengono assoggettate a tassazione solamente le plusvalenze derivanti da cessione a titolo oneroso delle valute di cui sia acquisita o mantenuta la disponibilità ai fini d’investimento.


In linea di massima, si ha una tassazione quando la giacenza massima dei depositi intrattenuti dal contribuente sia superiore a €51.645,69 per almeno 7 giorni lavorativi.


Nello specifico, l'Agenzia delle Entrate ha si è espressa in merito alle criptovalute con "Interpello ai sensi dell’art. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Trattamento fiscale applicabile alle società che svolgono attività di servizi relativi a monete virtuali."


Clicca qui sotto per consultare l'Interpello dell'Agenzia delle Entrate

RISOLUZIONE+N.+72+DEL+02+SETTEMBRE+2016E
.pdf
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