Bonus Tredicesima 2025: nessuna detassazione nella Manovra. Ecco come sarà tassata e quanto si perde
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La Manovra 2026 conferma: niente bonus tredicesima 2025 né detassazione Irpef. La mensilità di dicembre tornerà pienamente tassata, senza agevolazioni per lavoratori o pensionati. Scopriamo nel dettaglio cosa cambia, perché è saltato il bonus e quanto si perde rispetto all’anno scorso.
Perché salta il Bonus Tredicesima 2025 la detassazione della tredicesima nella Manovra 2026
La detassazione della tredicesima è stata esclusa dalla Legge di Bilancio 2026 per ragioni di prudenza e mancanza di coperture finanziarie. Il Governo ha scelto di concentrare le risorse su Irpef, sanità e famiglie, lasciando fuori le misure una tantum.
La scelta del Ministero dell’Economia: prudenza e vincoli europei
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha puntato su una manovra “light”, da circa 18 miliardi, con priorità strutturali e non temporanee. Rinunciare alla tassazione sulle tredicesime avrebbe significato perdere circa 14,5 miliardi di euro di Irpef, un impatto troppo elevato per i conti pubblici.
Le proposte scartate per una tredicesima più alta
Prima dello stop, erano state valutate tre ipotesi:
Esenzione totale Irpef, mantenendo solo il contributo previdenziale (9,19%)
Imposta sostitutiva al 10%, come per i premi di produttività
Riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%
Tutte rimaste sulla carta per assenza di coperture.
Come sarà tassata la tredicesima
La tredicesima sarà tassata come ogni anno, senza agevolazioni o sconti Irpef. È una mensilità pienamente soggetta a contributi e imposte, risultando quindi più leggera rispetto allo stipendio ordinario.
Aliquote Irpef applicate alla tredicesima
Sulla mensilità aggiuntiva si applicano le stesse aliquote Irpef della retribuzione:
23% fino a 28.000 euro di reddito
35%, che nel 2026 scenderà al 33%, tra 28.000 e 50.000 euro
43% oltre i 50.000 euro
Non si applicano invece le detrazioni da lavoro dipendente o familiari, rendendo la tassazione più pesante.
Esempio pratico di calcolo netto della tredicesima
Un lavoratore con 1.700 euro netti al mese riceverà una tredicesima di circa 1.400 euro netti. Il netto risulta inferiore del 15–20% rispetto alla mensilità normale a causa della piena tassazione.
Chi perde di più dall’assenza del Bonus Tredicesima 2025
A essere penalizzati sono soprattutto i lavoratori con redditi medio-bassi e figli a carico, che nel 2024 avevano beneficiato di un bonus una tantum fino a 100 euro. Quest’anno la misura non è stata prorogata.
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Quali effetti avrà la mancata detassazione sul potere d’acquisto
L’assenza del bonus e della detassazione peserà soprattutto nel periodo natalizio, quando le spese delle famiglie aumentano. Il mancato intervento riduce il potere d’acquisto, in un contesto di inflazione ancora sopra il 2% e consumi in rallentamento.
Impatto stimato sul reddito disponibile
Secondo le stime della Cgia di Mestre, nel 2024 le tredicesime hanno generato 59,3 miliardi di euro lordi. Con la tassazione piena, la perdita media rispetto a una ipotetica detassazione parziale è compresa tra 80 e 120 euro netti per dipendente.
Ecco cosa fare ora
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FAQ sul Bonus Tredicesima 2025
1. Ci sarà un bonus tredicesima?
No, la Manovra 2026 non prevede bonus né detassazione sulla tredicesima.
2. La tredicesima sarà tassata come lo stipendio normale?
Sì, ma senza detrazioni. Per questo il netto è più basso di circa il 15–20%.
3. Chi aveva ricevuto il bonus nel 2024 continuerà ad averlo?
No, il bonus una tantum non è stato rinnovato per il 2026.
4. È prevista una riduzione dell’Irpef che possa compensare?
Solo una riduzione della seconda aliquota dal 35% al 33%, ma non applicabile specificamente alla tredicesima.
5. Il Governo potrebbe reintrodurre la misura in futuro?
Sì, secondo le dichiarazioni di Forza Italia, la proposta sarà ripresentata nella prossima Legge di Bilancio.
Sintesi finale
La tredicesima 2026 sarà interamente tassata, senza bonus o sconti Irpef. La scelta del Governo risponde alla necessità di contenere la spesa pubblica e rispettare i vincoli europei, ma comporta un impatto diretto sul potere d’acquisto dei lavoratori. Chi sperava in una mensilità natalizia più ricca dovrà attendere il prossimo anno.