TARI 2025: motivi degli aumenti, classifica città più care e più economiche e differenze regionali
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Quanto è aumentata la TARI nel 2025 e perché?
La TARI 2025 aumenta del 3,3% rispetto al 2024, arrivando a 340 euro medi annui per famiglia. L’aumento deriva dai maggiori costi di gestione dei rifiuti e dalle differenze territoriali nei servizi di raccolta e smaltimento.
Perché la TARI aumenta nel 2025
Il nuovo rapporto di Cittadinanzattiva sull’andamento dei costi dei rifiuti fotografa un rialzo quasi generalizzato in Italia, con due sole eccezioni regionali: Valle d’Aosta (-8,4%) e Sardegna (-0,6%). Le ragioni principali dell’aumento sono:
Incremento dei costi operativi della gestione rifiuti
Diversi livelli di raccolta differenziata, che influenzano direttamente il costo finale
Tariffari comunali non omogenei
Investimenti nelle infrastrutture, soprattutto nelle aree in ritardo come il Mezzogiorno
Il sistema rimane quindi frammentato: si va dai 224 euro medi del Trentino-Alto Adige ai 445 euro della Puglia.
Quali sono le regioni dove la TARI costa di più e quelle più economiche?
Le regioni più costose nel 2025 sono Puglia (445 euro), Campania (418 euro) e Sicilia (402 euro). Le più economiche sono Trentino-Alto Adige (224 euro), Lombardia (262 euro) e Veneto (290 euro).
Mappa delle differenze territoriali
Le tariffe seguono quasi perfettamente la geografia della raccolta differenziata: più è efficiente il sistema, più la tariffa tende a essere bassa.
Nord Italia: differenziata al 73%, costo medio 290 euro
Centro: differenziata al 62%, costo medio 364 euro
Sud: differenziata al 59%, costo medio 385 euro
Il Sud continua a soffrire costi più alti per inefficienze strutturali, minore quantità di impianti e maggiori costi di trasferimento dei rifiuti.
Quali sono le città più care e quelle più economiche per la TARI 2025?
Catania guida la classifica dei capoluoghi più cari con 602 euro, seguita da Pisa (557 euro) e Genova (509 euro). La più economica è Cremona con 196 euro, seguita da Udine e Trento (199 euro).
Classifica completa: top 10 capoluoghi più cari
Catania – 602 euro
Pisa – 557 euro
Genova – 509 euro
Napoli – 496 euro
Andria – 491 euro
Reggio Calabria – 484 euro
Brindisi – 473 euro
Pistoia – 473 euro
Barletta – 471 euro
Salerno – 464 euro
Top 10 capoluoghi più economici
Cremona – 196 euro
Udine – 199 euro
Trento – 199 euro
Isernia – 208 euro
Fermo – 211 euro
Pordenone – 216 euro
Brescia – 217 euro
Belluno – 223 euro
Bergamo – 226 euro
La Spezia – 242 euro
Perché proprio queste città?
Le città più care si trovano in territori con:
scarsa raccolta differenziata
minori impianti di trattamento
costi di trasporto più elevati
inefficienze gestionali consolidate negli anni
Le città più economiche, al contrario, presentano sistemi di gestione dei rifiuti moderni, raccolta differenziata elevata e tariffe calibrate su servizi già stabilizzati.
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Qual è il rapporto tra raccolta differenziata ed entità della TARI?
Più la raccolta differenziata è alta, più la TARI tende a diminuire. Le aree con i livelli migliori (Nord) hanno le tariffe più basse.
Come la differenziata incide sulla tariffa
Nel 2024 la raccolta differenziata italiana ha raggiunto il 66,6%, in aumento rispetto al 2023. In alcune zone supera il 73%, con benefici diretti sul costo della TARI:
riduzione dei rifiuti indifferenziati da smaltire
minori costi per discarica o incenerimento
maggiore efficienza dei consorzi locali
La correlazione è netta: dove la differenziata è più alta, il costo annuale risulta significativamente più basso.
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FAQ sulla TARI 2025
La TARI può diminuire nei prossimi anni?
Sì, ma solo se i comuni migliorano la raccolta differenziata, aumentano gli impianti di trattamento e ottimizzano i costi di gestione.
Perché alcune regioni registrano cali mentre il resto d’Italia aumenta?
Perché hanno già sistemi efficienti e riescono a comprimere i costi operativi (Valle d’Aosta e Sardegna).
La TARI varia in base alla dimensione della casa?
Sì. I calcoli del rapporto si basano su una famiglia tipo con abitazione di 100 m²; tariffe reali possono variare.
Il cittadino può influenzare il costo della TARI?
In parte: una maggiore qualità della raccolta differenziata riduce i costi del servizio, ma la tariffa dipende soprattutto dal sistema comunale.
Conclusione
La TARI 2025 conferma un divario strutturale tra Nord e Sud, con costi più elevati dove la gestione dei rifiuti è meno efficiente. Le differenze sono marcate sia tra regioni sia tra capoluoghi, con Catania e Cremona simbolo di due modelli opposti. Per ridurre le tariffe serve un miglioramento sistemico: più infrastrutture, più raccolta differenziata e più trasparenza nella governance dei rifiuti, come auspicato da Cittadinanzattiva.


