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TARI 2025: motivi degli aumenti, classifica città più care e più economiche e differenze regionali

  • 13 minuti fa
  • Tempo di lettura: 3 min
raccolta dei rifiuti

Quanto è aumentata la TARI nel 2025 e perché?


La TARI 2025 aumenta del 3,3% rispetto al 2024, arrivando a 340 euro medi annui per famiglia. L’aumento deriva dai maggiori costi di gestione dei rifiuti e dalle differenze territoriali nei servizi di raccolta e smaltimento.


Perché la TARI aumenta nel 2025


Il nuovo rapporto di Cittadinanzattiva sull’andamento dei costi dei rifiuti fotografa un rialzo quasi generalizzato in Italia, con due sole eccezioni regionali: Valle d’Aosta (-8,4%) e Sardegna (-0,6%). Le ragioni principali dell’aumento sono:

  • Incremento dei costi operativi della gestione rifiuti

  • Diversi livelli di raccolta differenziata, che influenzano direttamente il costo finale

  • Tariffari comunali non omogenei

  • Investimenti nelle infrastrutture, soprattutto nelle aree in ritardo come il Mezzogiorno


Il sistema rimane quindi frammentato: si va dai 224 euro medi del Trentino-Alto Adige ai 445 euro della Puglia.



Quali sono le regioni dove la TARI costa di più e quelle più economiche?


Le regioni più costose nel 2025 sono Puglia (445 euro), Campania (418 euro) e Sicilia (402 euro). Le più economiche sono Trentino-Alto Adige (224 euro), Lombardia (262 euro) e Veneto (290 euro).


Mappa delle differenze territoriali


Le tariffe seguono quasi perfettamente la geografia della raccolta differenziata: più è efficiente il sistema, più la tariffa tende a essere bassa.

  • Nord Italia: differenziata al 73%, costo medio 290 euro

  • Centro: differenziata al 62%, costo medio 364 euro

  • Sud: differenziata al 59%, costo medio 385 euro


Il Sud continua a soffrire costi più alti per inefficienze strutturali, minore quantità di impianti e maggiori costi di trasferimento dei rifiuti.



Quali sono le città più care e quelle più economiche per la TARI 2025?


Catania guida la classifica dei capoluoghi più cari con 602 euro, seguita da Pisa (557 euro) e Genova (509 euro). La più economica è Cremona con 196 euro, seguita da Udine e Trento (199 euro).


Classifica completa: top 10 capoluoghi più cari


  1. Catania – 602 euro

  2. Pisa – 557 euro

  3. Genova – 509 euro

  4. Napoli – 496 euro

  5. Andria – 491 euro

  6. Reggio Calabria – 484 euro

  7. Brindisi – 473 euro

  8. Pistoia – 473 euro

  9. Barletta – 471 euro

  10. Salerno – 464 euro


Top 10 capoluoghi più economici


  1. Cremona – 196 euro

  2. Udine – 199 euro

  3. Trento – 199 euro

  4. Isernia – 208 euro

  5. Fermo – 211 euro

  6. Pordenone – 216 euro

  7. Brescia – 217 euro

  8. Belluno – 223 euro

  9. Bergamo – 226 euro

  10. La Spezia – 242 euro


Perché proprio queste città?


Le città più care si trovano in territori con:

  • scarsa raccolta differenziata

  • minori impianti di trattamento

  • costi di trasporto più elevati

  • inefficienze gestionali consolidate negli anni


Le città più economiche, al contrario, presentano sistemi di gestione dei rifiuti moderni, raccolta differenziata elevata e tariffe calibrate su servizi già stabilizzati.



Qual è il rapporto tra raccolta differenziata ed entità della TARI?


Più la raccolta differenziata è alta, più la TARI tende a diminuire. Le aree con i livelli migliori (Nord) hanno le tariffe più basse.


Come la differenziata incide sulla tariffa


Nel 2024 la raccolta differenziata italiana ha raggiunto il 66,6%, in aumento rispetto al 2023. In alcune zone supera il 73%, con benefici diretti sul costo della TARI:

  • riduzione dei rifiuti indifferenziati da smaltire

  • minori costi per discarica o incenerimento

  • maggiore efficienza dei consorzi locali


La correlazione è netta: dove la differenziata è più alta, il costo annuale risulta significativamente più basso.



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FAQ sulla TARI 2025


La TARI può diminuire nei prossimi anni?

Sì, ma solo se i comuni migliorano la raccolta differenziata, aumentano gli impianti di trattamento e ottimizzano i costi di gestione.


Perché alcune regioni registrano cali mentre il resto d’Italia aumenta?

Perché hanno già sistemi efficienti e riescono a comprimere i costi operativi (Valle d’Aosta e Sardegna).


La TARI varia in base alla dimensione della casa?

Sì. I calcoli del rapporto si basano su una famiglia tipo con abitazione di 100 m²; tariffe reali possono variare.


Il cittadino può influenzare il costo della TARI?

In parte: una maggiore qualità della raccolta differenziata riduce i costi del servizio, ma la tariffa dipende soprattutto dal sistema comunale.



Conclusione


La TARI 2025 conferma un divario strutturale tra Nord e Sud, con costi più elevati dove la gestione dei rifiuti è meno efficiente. Le differenze sono marcate sia tra regioni sia tra capoluoghi, con Catania e Cremona simbolo di due modelli opposti. Per ridurre le tariffe serve un miglioramento sistemico: più infrastrutture, più raccolta differenziata e più trasparenza nella governance dei rifiuti, come auspicato da Cittadinanzattiva.

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